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Gregg Popovich su Duncan e Ginobili: “Non so cosa faranno”

Il coach dei San Antonio Spurs ha parlato del futuro di due pilastri degli Spurs del passato e del presente: lo saranno anche per il prossimo anno?

Come ogni anno: la stessa sorprendente competitività degli Spurs, la cocente eliminazione dai playoffs NBA, la grande probabilità di aver assistito per l’ultima volta all’ultimo (e supercitato) rodeo, l’attesa e… la decisione finale.

Tim Duncan (40 anni) e Manu Ginobili (38 anni) dovranno ripensare, proprio come fecero lo scorso anno, alle loro priorità e, se troveranno ulteriori motivazioni, potranno decidere di continuare la loro avventura texana sfruttando la player-option che possono attivare per la stagione NBA 2016-2017.

Chi di questi due giocatori ha goduto appieno è stato coach Gregg Popovich, che con loro ha vinto tanto, tutto, e forse anche qualcosa di più che va oltre un semplice anello NBA. 19 apparizioni alla post-season negli ultimi 19 anni (che coincidono con i 19 anni di attività di Duncan in NBA) non sono poche. Durante la sua ultima apparizione stagionale di fronte ai giornalisti, coach Pop ha risposto a coloro che gli chiedevano del futuro dei due giocatori precedentemente citati:

“Veramente non so cosa decideranno di fare” ha dichiarato Gregg. “Ma quando lo faranno, cioè in un intervallo di tempo tra oggi e i prossimi 5 anni, sarà una sensazione diversa camminare per la palestra senza di loro, questo di sicuro. Se mi consulteranno prima di prendere una decisione? Non parlo con Timmy da circa 11 anni, e Manu ha smesso di parlarmi 3/4 anni fa, quindi lo dubito altamente. Semplicemente verranno da me e mi diranno <Pop, questo è quello che farò>. E qualunque cosa dicano, lo faranno. In ogni caso tutti i ragazzi hanno dato tutto quello potevano dare. Sono veramente soddisfatto dell’impegno che hanno messo per tutto l’anno. E’ stato un gruppo veramente speciale”

Un pensiero anche all’anno successivo ed ai tanti tifosi che hanno accolto i propri beniamini all’aeroporto di San Antonio per ringraziarli della stagione, nonostante l’eliminazione ai playoff:

“Questo è quello che colpisce e fa male più di tutto il resto, perché c’erano veramente tante persone che ci hanno accolto e ci sentivamo in debito con loro. Torneremo al lavoro e a fare quello che facciamo, per loro”.

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