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Golden State Warriors

Tutti i numeri della stagione incredibile di Stephen Curry

Medie e percentuali da capogiro che fanno comprendere la grandezza dell’impresa di Curry e dei suoi Warriors

Con la vittoria di stanotte dei Golden State Warriors contro i Memphis Grizzlies si è conclusa una stagione che, molto probabilmente, ha segnato la storia della NBA. 73 vittorie, un numero assolutamente impensabile fino all’ottobre scorso, quando, dopo 24 vittorie consecutive ad inizio stagione (altro record) da parte della squadra di Coach Kerr, sono cominciati i primi confronti con gli storici Bulls del ’95/’96, terminati solo stanotte, quando il record è stato definitivamente abbattuto.

Ed è uno l’uomo simbolo di questa impresa, Stephen Curry, nativo di Akron, numero 30 sulle spalle e una stagione con numeri da capogiro.

402 è il numero di triple segnate, 10 nell’ultima partita stagionale, ovviamente, record di ogni epoca. La scorsa stagione fu lo stesso Curry ad alzare l’asticella, ma si fermò a 286, ben 116 in meno rispetto a quelle di quest’anno, il che ci fa ancor più comprendere l’eccezionalità di questa impresa. E per far capire una volta di più da dove nasce il successo di questi Warriors basta guardare il terzo gradino del podio, è infatti Klay Thompson che, in questa stagione, con le 276 triple segnate, è riuscito a salirci, rubandolo allo stesso Curry. Gli Splash Brother hanno fatto segnare insieme 678 tiri da 3 punti.

Se non bastassero i numeri irreali da dietro l’arco, anche le medie stagionali di Steph sono incredibili: 30.1 punti (primo nella lega), 5.4 rimbalzi, 6.7 assist e 2.1 rubate (primo anche in questa statistica nella NBA) a partita, tutto questo in 34.2 minuti giocati (meno di 3 quarti di gara). In aggiunta a ciò, le percentuali non lasciano spazio a dubbi: 50.2% dal campo, 45.2% da 3 (un numero insensato considerando la quantità di tiri presi) e 90.6% ai tiri liberi. Considerando la percentuale reale dal campo (quella che valuta diversamente i tiri da 2, da 3 e i liberi) si sale al 66.9%. Grazie alle sue prestazioni Curry è entrato nel cosiddetto 50-40-90 club raggiungendo giocatori del calibro di Steve Nash (che è riuscito a mantenere questi numeri per 5 stagioni consecutive), Dirk Nowitzki, Larry Bird, Mark Price, Reggie Miller e Kevin Durant.

L’MVP uscente è riuscito nell’impresa di diventare anche la prima guardia dopo MJ nel 1992 a far registrare più di 30 punti di media con una percentuale più alta del 50% ed è, a ragione, il principale candidato per rivincere il titolo di miglior giocatore stagionale.

Ora è il momento dei Playoff, il repeat per i Warriors è qualcosa di più di un sogno, e servirà il miglior Curry per ripetere il cammino dello scorso anno, ma se queste sono le premesse, ci sarà da aspettarsi grandi cose sin a partire dal primo turno, in cui assisteremo ad un rematch delle finali di Conference 2015 tra Warriors e Houston Rockets.

Jacopo Cigoli

@JacopoCigoli

 

 

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