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Hassan Whiteside: “La mia carriera? Come Rocky IV!”

Il centro dei Miami Heat paragona la sua carriera cestistica alla famosissima pellicola di Sylvester Stallone nella quale il pugile più amato del cinema affronta il mastodontico russo Ivan Drago.

Dalla metà della scorsa regular season c’è un uomo che sta vivendo una ininterrotta parabola ascendente, e che sembra intenzionato a far durare il più possibile questo periodo di grazia. Quest’uomo risponde al nome di Hassan Whiteside, ed è il centro dei Miami Heat.

Una carriera senza precedenti la sua, che era stato una scelta al secondo giro nel 2010 senza molte speranze e prospettive. Pochissimi minuti in NBA (109 complessivi) giocati tra Sacramento Kings e Memphis Grizzlies nelle sue prime due stagioni, con tanta D-League nel mezzo e il taglio da parte della franchigia del Tennessee. Poi due anni di esilio, con il Libano e la Cina come destinazioni, prima che Pat Riley lo riportasse in NBA nella scorsa stagione, mettendolo a disposizione di coach Erik Spoelstra. Anche a South Beach c’è stato bisogno di un piccolo periodo di adattamento e di un breve soggiorno in D-League, ma una volta tornato a vestire la canotta degli Heat, Whiteside non l’ha più voluta lasciare. Da quel momento Hassan Whiteside sta vivendo la sua personale fiaba, fatta di prestazioni solide, doppie doppie, stoppate rifilate agli avversari e numeri da All-Star.

In un anno e mezzo Hassan Whiteside è diventato un giocatore importantissimo nel sistema Heat, e sicuramente un serio candidato a un max contract nella prossima free agency del 2016. E proprio su questa evoluzione straordinaria si è soffermata la recente intervista rilasciata dal giocatore al Palm Beach Post:

Ti fermi mai a pensare a quanto sia assurda la tua storia?

Sì, sempre. Ci penso davvero un sacco. Qualche volta penso quasi che questo sia un lunghissimo sogno e che finirò per svegliarmi in un momento o nell’altro. Ma quando lavori duro per ottenere qualcosa, e speri che vada in un certo modo e poi succede è davvero gratificante.

Riflettendo sulla sua carriera, Whiteside è arrivato a paragonarla all’allenamento che Rocky Balboa (il celeberrimo pugile interpretato da Sylvester Stallone) sostiene per poter sconfiggere il suo grande avversario, il russo Ivan Drago (un giovane Dolph Lundgren), nel film “Rocky IV“:

Dal momento che sei così fiducioso, ti saresti mai aspettato di trovarti in questa condizione?

Ci speravo che fosse così, ma non mi sarei mai immaginato che si sarebbe finiti a parlare delle cifre della free agency e di tutto il resto come si sta facendo adesso. Tutto è accaduto così velocemente. La preparazione è stata molto lunga, ma una volta che è arrivato il mio momento è stato tutto molto veloce. Se ti sei allenato come Rocky, quando alla fine è il momento di batterti contro il Russo, sei pronto. Quando ho ottenuto il mio contratto con gli Heat era il mio momento di combattere con il Russo.

Un paragone affascinante sicuramente, che ha senso nonostante tutte le differenze che dividono i due personaggi (a partire dal fatto che Rocky Balboa è il protagonista di un film e non un vero sportivo). La vera impresa di Whiteside è stata sicuramente quella di riuscire a farsi largo nella NBA nonostante il precedente fallimento, non soltanto come un buon elemento da inserire in rotazione dalla panchina, ma come un vero e proprio All-Star, proprio come un Rocky da anni fuori dal giro della boxe è stato in grado di tornare in forma per sconfiggere il suo terrificante avversario.

Whiteside sarà sicuramente uno dei nomi caldi nella prossima free agency 2016, che con il Salary Cap destinato all’impennata verticale si preannuncia come minimo scoppiettante. Il centro sarà sicuramente alla ricerca di un max contract, forse dagli stessi Miami Heat che lo hanno rilanciato sullo scenario NBA rendendolo probabilmente uno dei primi cinque centri della lega. Un traguardo ammirevole per l’uomo che era stato mandato a giocare in Libano. Non sarà come mettere fine alla Guerra Fredda con un singolo combattimento di boxe, ma è un buon inizio.

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