Terminata la stagione per i Los Angeles Lakers è tempo di bilanci. Stagione certamente negativa la loro. Partiti con il favore del pronostico, la compagine gialloviola ha dovuto fare i conti con diverse rogne: cambio allenatore, formazione mai al completo, infortunio (grave) al giocatore più rappresentativo, ossia Kobe Bryant. Detto ciò i Lakers hanno raggiunto ugualmente la post-season, senza grossi risultati: sweepati dagli Spurs. Ora arriva la parte difficile, la ricostruzione di una squadra vincente. Bryant, nella consueta conferenza stampa finale, ha già fatto intendere alla dirigenze che vorrebbe avere con sè sia Dwight Howard che Pau Gasol:
“Spero che Dwight rimanga. Non esiste posto migliore di Los Angeles per un centro: per lui è il posto perfetto in cui far decollare la sua carriera. Anche dal punto di vista economico restare qui gli conviene. Gli parlerò: voglio invitarlo a casa mia, farlo rilassare un po’ e magari guardarci insieme un cartone animato o qualcosa del genere. Ci divertiremo. Per me il problema nemmeno si pone: abbiamo bisogno di lui per centrare i nostri obiettivi. Capisco i problemi col tetto salariale, ma voglio far sentire la mia voce, anche se non sono io che pago gli stipendi.” Sulle possibilità di vincere un nuovo titolo, Bryant conclude: “Ci saremmo riusciti anche quest’anno, se non ci fossero stati gli infortuni”. Mi piacerebbe vedere il gruppo di giocatori di quest’anno anche la prossima stagione. Ho piena fiducia nella franchigia. E’ una di quelle squadre che cade sempre in piedi. Mi sono fatto sentire con coach D’Antoni quando eravamo in crisi nera e gli ho detto che dovevamo fare degli aggiustamenti. Quest’anno abbiamo faticato perché non eravamo molto atletici e veloci. Se comunque la parte più importante della squadra rimarrà, avremo possibilità di vincere il titolo. Il supporto e l’affetto ricevuto dai tifosi mi sta guidando. Lo prendo come un onore. Dal giorno dell’infortunio avrò visto 50-60 film. Ho iniziato a vedere Modern Family ed anche Game of Thrones. Nash? La sua etica del lavoro è incredibile. Le voci sulla amnesty clause nei miei confronti? Le ho trovate fantastiche”.
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