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Indiana Pacers

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C’è una squadra nella Eastern Conference che sta sorprendendo molti degli addetti ai lavori: gli Indiana Pacers.

Certo, forse parlare di sorpresa potrebbe suonare eccessivo a molte orecchie. Si tratta pur sempre di una squadra che nei Playoffs del 2011 fece sudare le proverbiali sette camicie ai Chicago Bulls dell’MVP Derrick Rose, con un 1-4 al primo turno meno netto di quanto possa suggerire tale punteggio. E’ la stessa squadra che nella scorsa postseason si è rivelata una spina nel fianco dei Miami Heat, andando avanti per 2-1 nella serie e sprecando una ghiotta occasione nel secondo tempo di gara 4, quando solo gli eroismi di James e Wade hanno evitato ai futuri campioni una situazione potenzialmente molto pericolosa.

In questa stagione le cose non si erano messe particolarmente bene per i ragazzi di coach Frank Vogel. Prima della palla a due che sanciva l’inizio della stagione 2012-13, infatti, i Pacers hanno annunciato che Danny Granger, punta di diamante e miglior giocatore della squadra, avrebbe saltato i primi mesi di stagione a causa di un infortunio al ginocchio. Il suo ritorno in campo è previsto comunque nei prossimi giorni.

A complicare l’assunto, Indiana ha iniziato abbastanza male la stagione. In primis una partenza 4-7, considerata molto deludente viste le potenzialità della squadra. Il 9 Dicembre, dopo la sconfitta in quel di Oklahoma City, il record dei Pacers era sotto il 50%, 10-11.

Da allora, la formazione di Indianapolis ha decisamente cambiato passo. Al momento in cui scriviamo, i Pacers cavalcano una striscia di cinque vittorie consecutive, con un record di 31-19 che permette loro di competere per i piani alti della Eastern Conference.

Ancora più rimarchevole è la serie di affermazioni in fila che Indiana ha inanellato tra le mura amiche della Bankers Life Fieldhouse. Dopo la sconfitta contro Denver, i Pacers hanno vinto 15 partite casalinghe consecutive, striscia ancora aperta al momento. Cleveland, Philadelphia, Utah, Phoenix, Memphis, Washington, Milwaukee, Miami, New York, Charlotte, Houston, Detroit, Miami ancora, Chicago e Atlanta. Tutte queste squadre sono tornate con le pive nel sacco da Indianapolis e soprattutto gli Heat hanno dimostrato come siano loro indigesti gli uomini di Vogel.

 

Tra i punti di forza di questa formazione segnaliamo l’esplosione di Paul George che, in contumacia Granger, ha preso in mano le redini della squadra, arrivando a meritarsi la prima convocazione per la partita delle stelle. Anche David West si sta confermando ottima seconda punta, così come aveva fatto con Chris Paul agli Hornets. Altro fattore vitale in quel di Indianapolis è sicuramente la difesa. I Pacers infatti al momento sono secondi per punti concessi agli avversari e primi assoluti nel defensive rating. Indiana è inoltre tra le prime posizioni per stoppate e rimbalzi di squadra per gara.

Veniamo però anche alle note dolenti della stagione dei Pacers. L’attacco è sotto stretta osservazione, tante volte un po’ troppo stagnante. A dimostrazione di ciò, Indiana è nei bassifondi della Lega per quanto riguarda punti per gara ed offensive rating. Anche la panchina, nonostante qualche buon elemento, non si rivela sempre una risorsa affidabile. Sul banco degli imputati si trova però soprattutto Roy Hibbert. Il centrone da Georgetown in estate aveva ricevuto dai Pacers l’estensione al massimo salariale, pareggiando l’analoga offerta dei Trail Blazers. Tuttavia in questa stagione Hibbert non sta propriamente scintillando. Passi il buon numero di stoppate, sono due le sue principali lacune. In primo luogo i rimbalzi, circa 8 a partita, un po’ pochini per uno con quella stazza. In secondo luogo, Roy deficita senza possibilità di appello nella percentuale dal campo. Il suo 41% non è una statistica che possa essere accettabile per un 2.18 di quelle dimensioni, a maggior ragione con un salario del genere.

Nonostante questo, i tifosi di Indiana rimangono ottimisti per questa stagione. Anche la cabala è dalla loro parte. Infatti, l’ultima volta che i Pacers avevano vinto così tante partite consecutive in casa era successo nel 1999-00, dove le affermazioni di fila erano state ben 25. Un’annata decisamente magica e indimenticabile per la città. Agli ordini di coach Larry Bird, e con Miller e Jalen Rose in campo, Indiana aveva raggiunto la sua prima, e finora unica, Finale NBA, dove fecero soffrire molto, pur perdendo 4-2, i Los Angeles Lakers di Shaq&Kobe versione 1.0.

I giocatori, i tifosi e lo staff tecnico si augurano di ripetere quantomeno quell’annata. Dovranno aspettare ancora un paio di mesi per conoscere la soluzione di questo giallo.

Alessandro Scuto

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