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ROOKIES 2012: i migliori prospetti

 

Il conto alla rovescia è iniziato, mancano sei giorni al via della regular season. Probabilmente era già partito. Forse in agosto, quando Howard ha fatto tremare l’NBA con la decisione di passare ai Lakers di Kobe. O da ottobre, mese che ha coinciso con il tour de force di amichevoli in Europa, da anni vetrina del mondo NBA e non solo (vedi Miami Heat a Pechino per i China Games). Oppure il vero countdown è cominciato tre settimane fa, con l’ inaugurale preseason, banco di prova per rookies e giocatori in cerca di contratto.
Ed è proprio sui primi che sorge spontanea una domanda: chi sono i più promettenti?
NbaReligion ha fatto una selezione di cinque giocatori, quelli che in base alla squadra, al rendimento in preseason e alla maturità di gioco sembrano già pronti per giocare in NBA.

 

ANTHONY DAVIS

 

Prima scelta di New Orleans e primo della lista. L’ex Wildcats ha stupito appena entrato al college. Tralasciando un attimo il titolo NCAA vinto con Kentucky e la nomina a most oustanding player 2012( dettagli comunque difficili da dimenticare) Davis ha sostituito Blake Griffin, infortunatosi poco prima dell’inizio dei giochi, ed è stato un fattore decisivo per la corsa all’oro olimpico di Team USA. Perché? “The brow”, soprannome nato dal monociglio che esibisce con tanta fierezza da volerci fare un logo, è stata la terza opzione difensiva sul post, dietro a Chandler e Lebron. In mancanza di Bynum e Howard, fuori causa infortuni, Davis ha coperto il pitturato quando Chandler riposava in panchina, mostrando un’agilità superiore a quella di Love.
Poi è arrivata la preseason, ma il rendimento non sembra calato, anzi le cifre parlano chiaro: 13 punti e 10 rimbalzi a partita in 30 minuti di impiego. Doppia doppia di media in cinque partite.
Mica male come biglietto da visita.
I suoi tifosi sperano in un nuovo Kevin Garnett, che rilanci la frachigia come solo Chris Paul era riuscito. Mentre i suoi detrattori, sostengono che al massimo potrà diventare la seconda versione di Marcus Camby, senza veri mezzi offensivi e ben lungi dal dominare l’NBA.

 

 

JARED SULLINGER

 

Il colpo dei Celtics negli ultimi draft. Scelto alla 21° chiamata, lungo roccioso da Ohio State, sta già assorbendo tutti gli insegnamenti di K.G.
Sullinger ha trascinato i Buckeyes fino alle final four NCAA, uscendo poi contro Kansas.
Qualità emersa durante il training camp è la visione di gioco, giocatore ideale per il sistema di Doc Rivers. Oltre ad avere senso per il passaggio, Sullinger è uno di quelli che si fa sentire, che parla con i compagni. Pedina fondamentale sulla scacchiera dei Celtics, sarà l’ago della bilancia ai prossimi playoff, quando K.G. non potrà tenere 40 minuti di gioco.

 

DAMIAN LILLARD

 

La rivelazione di questa preaseason, per ora sta viaggiando a oltre 17 punti di media e guida la classifica marcatori dei rookies. Portland l’ha scelto alla sesta chiamata assoluta con cognizione di causa: a loro serve una realizzatore puro, Lillard lo è e anche il passato non mente: 24.5 punti di media collezionati a Weber State la raccontano più che giusta. Un punto debole: mai stato un grande difensore.

 

JEREMY LAMB

 

Prodotto di Uconn university, scelto alla numero 12 da Houston. Lamb è una guardia di 1.96 m con un apertura di braccia di 2.10 m, cosa che in NBA viene vista come oro. Può tirare praticamente da ogni posizione e possiede quel tipo di atletismo che gli consente di svicolare tra gli avversari. Ai rockets potrà ricoprire un ruolo simile a quello di Richard Hamilton, procurando ai difensori emicranie lancinanti per il suo gioco in costante movimento e il tiro che è una sicurezza in uscita dai blocchi, come dal palleggio.

 

ANDRE DRUMMOND

 

La città dei motori accoglie il centro di 2.13 m proveniente da Uconn university. I pistons hanno scelto Drummond alla 9° chiamata assoluta con l’intento di riconquistare un lungo fisico, massiccio e con l’etica per la difesa( l’allusione ai lunghi dei pistons campioni NBA 2004, non è casuale). Drummond è un verticalista di prim’ordine: ha chiuso l’ultima stagione a Uconn con 7.6 rimbalzi e 2.7 stoppate di media. Nell’immediato può dare molto ai Pistons: presenza nel pitturato e difesa in primis, ma dal punto di vista offensivo è ancora un giocatore in fase di costruzione. (vedi carenza di movimenti in post-basso e tiri liberi)

 

 

 

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