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Intervista fiume a Stephen Jackson: “Non avrei mai detto di essere ancora vivo a 25 anni”

Hai più di trent’anni ed oramai tutti ti considerano un veterano della NBA, cosa altro stai cercando di ottenere dalla tua carriera? Cosa ti motiva a continuare?
“Beh, sono i giovani ragazzi che entrano nella lega la mia vera motivazione. Ogni volta sempre più giovani entrano in NBA, e quindi bisogna sempre cercare di rimanere concentrati sul proprio gioco in modo tale da non farsi rubare il posto. I giovani di oggi hanno un talento veramente incredibile, ed io non voglio competere contro di loro ma bensì voglio essere un mentore, una guida come lo fu Steve Smith con me. Si tratta semplicemente di un nuovo ciclo, ed ora siamo arrivati ad un punto dove i ragazzi mi chiamano ‘zio Jack’. “

Avresti mai immaginato che la tua carriera NBA sarebbe durata più di 10 anni?
“Ti dico la verità, non l’avrei mai detto. Non mi sarei nemmeno aspettato di raggiungere i 25 anni di vita. Quindi, l’essere in NBA da 12 anni, avere una bella moglie e sei bellissimi figli, è una benedizione. Penso di avere avuto tanta fortuna anche perchè sono stato umile, quello che ho me lo sono guadagnato, ho sempre giocato ogni partita come se fosse l’ultima.”

Ti sei mai chiesto: Perchè io? Perchè ho avuto la fortuna di avere questo talento?
“Che cosa? Assolutamente si, me lo chiedo sempre! Dopo tutte le vicende rocambolesche che ho passato durante la mia carriera tra risse, giorni in prigione ed altro… posso solamente ringraziare Dio. Ogni giorno mi sveglio pensando perchè Dio abbia scelto proprio me, non sono diverso dalle altre persone, mi sveglio e mi lavo i denti, uso il bagno e vado a lavorare proprio come fanno tutti gli altri. Sono e sarò sempre umile perchè so che un milione di altre persone vorrebbero essere nei miei panni, ma Dio ha scelto me, e sarò sempre grato per questo.”

Lo scorso inverno dopo una partita dei tuoi Bucks a Philadelphia ti sei fermato a parlare con alcuni amici quando una donna anziana ti ha urlato che eri il suo giocatore preferito e tu smisi di parlare con i ragazzi per andare a ringraziarla. Era davvero commossa, puoi dirci qualcosa riguardo a questo fatto?
“Questo è quello che un sacco di gente non capisce, ed è per questo che mi piace fare le interviste, cosi posso ricordare a tutti il mio punto di vista. Ci sono un sacco di ragazzi nella NBA che non lo ricordano: quello come me, Zach Randolph ed altri giocatori che hanno una cattiva reputazione, hanno un numeo di fan pari a quelli di Lebron James, Kobe Bryant e Dwyane Wade. Semplicemente i nostri fans non possono permettersi di venire a vedere le nostre partite, possono solamente permettersi di guardarle dalla loro televisione di casa con i loro 15,20 canali. La gente non ha mai capito questo: abbiamo lo stesso numero di fan e continueranno a sostenerci anche senza permettersi di pagarsi il biglietto per vederci dal vivo.”

In progetto c’è una collaborazione musicale tra rappers e giocatori NBA come Kevin Durant, Lebron James,Rick Ross, Snoop ed altri.
“Io posso solo dirvi che gli altri NBAers devono solamente essere onorati di questo fatto, sono loro che cantano con me e non il contrario. Loro non sono dei veri rapper, per me sono tutti principianti. Io non mi considero un “atleta che rappa” ma solamente un rapper. Puoi mettermi di fronte a qualsiasi altro vero rapper e rimarrete stupiti da quello che uscirà dalla mia bocca, io sono un professionista. E sai quale è la differenza con gli altri? Il mio rap non è niente di inventato, tutto quello che dico l’ho fatto e l’ho vissuto sulla mia pelle.”

Michele Ipprio
@mikeaip

 

 

 

 

 

 

 

 

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